Come_si_fa_far_fare_ruttino_al_neonato_

Come si fa a far fare il ruttino al neonato?

L’attenzione che le neo-mamme hanno verso i loro bambini palesa tutto l’amore e la responsabilità che questo ruolo impone. Anche il più piccolo aspetto viene da queste vissuto con la massima attenzione tanto che a chi non vi è coinvolto può non comprenderne l’importanza.

Un esempio su tutti è il controverso tema del ruttino dopo la poppata. Fonte di diatriba tra ricerca scientifica e tradizione popolare questo argomento è spesso motivo di discussione anche tra mamme e nonne. Chi difende la tesi della sua necessità e chi invece lo ritiene una cosa superflua e non necessaria porta con forza le sue tesi difensive

Come spesso accade tuttavia la verità è nel mezzo. Il ruttino, infatti, non è obbligatorio in certe condizioni ma diventa invece indispensabile in altre. Ogni bambino è diverso e addirittura ogni poppata lo è. Ma per capirlo prima di tutto bisogna conoscerne le cause. Il ruttino in un neonato non è altro che il mezzo utilizzato per liberarsi di un eccesso d’aria introdotta durante la poppata.

Qui bisogna fare un distinguo tra allattamento al seno e quello con biberon. Nel primo caso l’introduzione di aria durante la poppata è più difficile in quanto il latte scorre più lentamente e l’attaccamento al seno risulta più naturale per il bambino. Con il biberon il latte scorre molto più velocemente e non sepre il bambino riesce a mantenere un attacco ottimale che faccia ingurgitare solo il latte. Da tenere in considerazione è anche la voracità del bambino.

Quindi avremo bambini che non hanno mai bisogno del ruttino e non riescono neppure a farlo neanche se stimolati, in quanto nel loro piccolo stomaco non hanno aria da espellere. Ma ve ne saranno altri che per le cause sopra riportate lo faranno o dovranno essere aiutati tutte le volte che mangiano. Nel mezzo ci sarà chi a volte lo farà e altre no.

Normalmente il ruttino viene fatto al bambino alla fine del pasto ma vi possono essere casi in cui deve farlo o gli va stimolato durante la poppata. Questo perché l’accumulo d’aria sulla bocca dello stomaco crea un falso senso di sazietà che può far interrompere il pasto salvo poi far sorgere lo stimolo della fame ad orari non consueti creando dei segnali di non facile comprensione per i genitori.

Ma l’aspetto più fastidioso dell’accumulo d’aria è che spesso crea doloretti, piccole coliche, mal di pancia o rigurgiti. A risentirne in prima battuta è la salute del bambino che sarà meno invogliato a mangiare o quanto meno a farlo con la regolarità che la sua età richiede. Inoltre il bambino sarà meno sereno e avrà comportamenti nervosi che andranno sicuramente a incidere sul clima familiare.

Come sappiamo in molti aspetti i neonati sanno gestirsi autonomamente, quindi molto spesso il neonato farà il ruttino da solo quando ne avrà bisogno. Sarà cura della mamma avere l’accortezza di metterlo nelle condizioni ottimali per poterlo fare. Anche se il proprio bambino non ha questa necessità è sconsigliabile metterlo a dormire utilizzado un comodo lettino, come quelli consigliati da siti specializzati, come per esempio amisuradimamma.it, subito dopo aver concluso il pasto ma è sempre buona norma tenerlo per 10/15 minuti in posizione eretta dopo la poppata, sia al fine di aiutarlo a digerire ma anche per evitare rigurgiti eccessivi.

Se i genitori o il pediatra si accorgono dell’eccessiva introduzione d’aria e che da solo il bambino non è in grado di liberarsene allora bisogna intervenire con delle semplici pratiche.

Ne esistono molte ma tra le più efficaci e semplici da eseguire possiamo citare queste tre:

– Sicuramente la più classica, semplice e quasi intuitiva è quella di tenere in braccio in posizione eretta il bambino con la testa appoggiata sulla propria spalla. Camminando per la stanza lentamente si procede a dare dei leggeri colpetti sulla schiena del neonato. Il dondolio del movimento e i colpetti faranno smuovere l’aria facendola uscire generalmente nell’arco di pochi minuti.

La seconda manovra deve essere svolta da seduti con il neonato appoggiato alla propria pancia. Mentre con una mano gli si sorregge il petto e la testa con l’altra si danno dei piccoli colpetti alla schiena. In questa pratica non vi è l’effetto del dondolamento ed è consigliabile quando il bambino è un po’ più grandicello.

Terza e ultima pratica consigliata è porre il neonato sdraiato con la pancia verso il basso sulle proprie ginocchia. Bisogna sorreggergli la testa con una mano in modo che questa sia in posizione più alta rispetto al resto del corpicino. A questo punto con l’altra mano si procede a fare dei delicati massaggi sulla pancina. Questa è sicuramente la tecnica più delicata.

Queste sono le tecniche base da usare nei casi più classici. Se invece si riscontrassero delle difficoltà maggiori o patologiche a espellere l’aria o dei rigurgiti troppo abbondanti bisogna contattare subito il pediatra che potrà meglio valutare la situazione.