Integratori per il corpo a base di ferro: quando servono?

Conosci l’importanza del ferro per l’organismo? Il ferro è un minerale essenziale ed è fondamentale per la sintesi dell’emoglobina e della mioglobina (sostanze che regolano il trasporto del ferro nell’organismo), per la sintesi di importanti enzimi (i citocromi) che intervengono del metabolismo dei nutrienti e per la normale funzionalità del sistema immunitario e delle funzioni cognitive. Quando una dieta varia ed equilibrata non è sufficiente per garantire il corretto apporto di ferro o quando è richiesto un aumentato fabbisogno organico di ferro può essere utile un integratore alimentare a base di ferro e vitamina C, come per esempio SiderAL Forte. In questo articolo scopriamo insieme le caratteristiche degli integratori a base di ferro.

Di quanto ferro ha bisogno il nostro corpo?

In generale, in normali condizioni di salute, il nostro corpo ha bisogno di circa 10-14 mg di ferro al giorno. In alcune situazioni fisiologiche particolari, però, può essere necessario un aumentato fabbisogno di questo prezioso minerale. Tale aumentato fabbisogno può superare anche i 20 mg di ferro al giorno.

 Tra le condizioni fisiologiche che richiedono un aumentato fabbisogno di ferro ricordiamo:

  • la gravidanza e, in particolare, l’ultimo trimestre della gestazione, periodo in cui il bambino comincia ad accumulare le riserve di ferro che gli saranno necessarie nei primi mesi di vita;
  • l’allattamento al seno;
  • le mestruazioni (in particolare quando si verificano sanguinamenti importanti e prolungati).

A queste condizioni fisiologiche possono aggiungersi degli altri fattori di natura comportamentale o patologica che, a lungo termine, possono essere alla base di un aumentato fabbisogno o di un deficit di ferro. Tra questi fattori ricordiamo:

  • uno scarso apporto di ferro con la dieta: un’alimentazione varia ed equilibrata aiuta a compensare la quota di ferro persa con il sudore e le feci. In generale, una carenza di ferro collegata alla dieta si verifica quando le riserve di ferro dell’organismo sono già di per sé ridotte;
  • patologie infiammatorie del tratto intestinale (come per esempio il Morbo di Crohn) o la celiachia che possono diminuire l’assorbimento di nutrienti essenziali per il nostro organismo, tra cui anche il ferro.

Deficit di ferro: quali sintomi possono manifestarsi?

In caso di una carenza di ferro importante possono manifestarsi alcuni sintomi caratteristici. Tra i sintomi più comuni ricordiamo:

astenia e stanchezza fisica e mentale;

– pallore nella colorazione delle mucose e della pelle;

– mal di testa;

– difficoltà nella concentrazione;

– sonno disturbato;

– tachicardia;

– respiro corto (anche a riposo);

– capelli e unghie più fragili.

Come mantenere i normali livelli di ferro?

Un’alimentazione regolare, completa e varia può apportare la quantità di ferro necessaria a mantenere i normali livelli di questo elemento nel corpo. Tuttavia, va ricordato che non tutta la quantità di minerale presente in un alimento corrisponde a quella effettivamente biodisponibile e assimilata dal nostro organismo.

Nel caso del ferro, per esempio, la tipologia di cibi assunti con la dieta è molto importante. Il ferro è presente negli alimenti in due forme: ferro eme e ferro non eme.

Gli alimenti di origine animale contengono ferro eme, ovvero ferro legato alle emoproteine come l’emoglobina e la mioglobina presenti nella carne o come la lattoferrina presente nel latte. Questo tipo di ferro viene facilmente assimilato dal nostro organismo perché le cellule dell’intestino possiedono dei siti di assorbimento specifico per il ferro legato alle porfirine presenti nelle emoproteine.

Gli alimenti di origine vegetale, invece, contengono ferro non eme, ovvero ferro non legato alle emoproteine. Questo tipo di ferro arriva all’intestino come ferro trivalente (Fe3+), una forma che le cellule dell’intestino non riescono ad assorbire. Perché il ferro trivalente possa essere assorbito dalle cellule dell’intestino è necessario l’intervento di un particolare enzima, il citocromo duodenale B, che riduce questo tipo di ferro a ferro bivalente (Fe2+) e ne favorisce quindi l’assorbimento cellulare.

Complessivamente l’assorbimento del ferro non eme è più lento rispetto all’assorbimento del ferro eme e può essere ostacolato dalla presenza di sostanze inibenti come i tannini, il calcio o i fitati. L’assorbimento del ferro, però, può essere favorito da sostanze come la vitamina C.

Una dieta varia ed equilibrata è sempre il primo passo per mantenere i normali livelli di ferro nell’organismo. A volte, però, la dieta da sola può non essere sufficiente a supportare un aumentato fabbisogno organico di ferro. In questo caso può essere utile assumere un integratore alimentare a base di ferro e vitamina C.