Piano Banda ultralarga: l’Italia investe sul digitale. 

Il consiglio dei Ministri del 3 Marzo 2015 ha approvato il nuovo Piano per la Banda ultralarga, mostrando così l’intenzionalità di investimento sul digitale per l’Italia. La nostra nazione infatta, vanta un ampio squilibrio tra regioni, città e zone e questo piano si pone come obiettivo quello di riequilibrare le opportunità di connettività per tutte le zone del Paese.

Cos’è il Piano Banda ultralarga

Questo Piano contiene e regolamenta lo sviluppo della fibra ottica, attenendosi a quelli che sono gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. Nel dettaglio, vengono indicate tutte le linee guida per la realizzazione delle infrastrutture necessarie per il periodo 2014-2020.  Il risultato che si vuole ottenere, entro la fine di quest’anno, è quello di coprire almeno l’85% della popolazione con 100 MBps e garantire a tutti almeno i 30 Mbps.
Per questo sono stati stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico cifre importanti: parliamo di più di 3 miliardi e mezzo che Infratel – la società in-house del Mise, ha ripartito tra circa 4000 interventi in tutta l’Italia.

Una svolta non da poco: attualmente, infatti, gli operatori non sono interessati a investire su aree non redditizie, rischiando di lasciare intere zone senza copertura con fibra. Ecco perchè questo piano è così importante e permetterà

  • Connettività adeguata (almeno 30 Mbps) per tutti i cittadini entro il 2020;
  • Copertura ad almeno 100 Mbps di tutti gli edifici pubblici (Comuni, Scuole, Ospedali, etc);
  • La banda ultra larga nelle aree industriali;

La rete sarà pubblica e permetterà a tutti gli operatori di fornire il servizio a cittadini ed imprese.

L’Italia investe sul digitale; e le PMI?

Alla luce del palese tentativo di innovazione digitale del nostro Paese, è doverosa una riflessione anche sul ruolo delle PMI in questo processo. Lo Stato Italiano mette a disposizione dei voucher per aver accesso ad un prezzo agevolato per la fruizione della Banda Ultra Larga allo stesso costo di quella attuale. Ma le PMI devono comunque fare uno sforzo per portare la nostra nazione ad un livello superiore di innovazione: le necessità impellenti per restare competitivi, per ottimizzare i processi e per massimizzare i risultati sono diverse.
Dati alla mano, infatti, a oggi le PMI non sfruttano sufficientemente gli strumenti digitali a loro disposizione e la maturità digitale delle stesse è un miraggio ancora lontano: solo il 33% delle PMI con sede legale in Italia possiede un sito web, solo il 10 % dei commercianti sfrutta il commercio elettronico, gli investimenti in pubblicità online sono scarsi.

Alla luce dell’arrivo della Banda Ultra Larga e con i vari Bandi per Voucher che finanziano le PMI, non ci sono più scuse: è ora di adeguarsi e inserire nella proprio strategia le tecnologie digitali.

Da dove iniziare?

Una volta compresa la necessità di innovare il proprio business, per adeguarsi alle nuove esigenze di mercato, bisogna sedersi a tavolino e attuare un’attenta analisi della situazione di partenza e degli obiettivi futuri. A questo punto, le strade son due:

  • Assumere una serie di figure necessarie per questo cambiamento – Innovation Manager, E-commerce manager, Data Scientist, Digital Advisor, etc – e inserirli nel proprio staff interno;
  • Affidarsi ad un fornitore esterno e quindi cominciare a richiedere un preventivo per un sito web, per la gestione dei canali online, per il digital marketing, etc.

La scelta dipende da diversi fattori: chiaramente, un’azienda medio-piccola non potrà certo permettersi di assumere tutte queste figure per cui opterà per una web agency esterna, che si occuperà di tutto ciò con costi più contenuti. Per il ragionamento inverso, ad un’azienda più grande e strutturata converrà invece avere a disposizione delle risorse interne, che per la mole di lavoro prospettata risultano più efficaci ed economiche di una Web Agency.

In entrambi i casi, la prima cosa che verrà fatta è quella di comprendere quali sono i processi aziendali coinvolti e quali strumenti sono necessari, in modo da ponderare anche la misura dell’investimento necessario.

Tra l’altro, molte PMI non sono a conoscenza delle varie opportunità offerte dal MISE per finanziare il processo di innovazione e digitalizzazione, in modo da affrontare questo cambiamento non gravando in maniera importante sulle casse aziendali: dal Voucher per la digitalizzazione al Bando per il commercio elettronico, le opportunità sono diverse e sempre vantaggiose.

Appare quindi abbastanza scontata l’urgenza per le PMI di sfruttare gli eventi, i finanziamenti e il momento storico per fare quel salto in avanti e aprire lo sguardo verso nuovi orizzonti di crescita. D’altronde, chi si ferma è perduto!