Trasferirsi in Italia dalla Russia: i documenti necessari

Chi è intenzionato a trasferirsi in Italia dalla Russia ha bisogno di rivolgersi al consolato per ottenere tutti i documenti necessari. La domanda relativa al visto deve essere inoltrata attraverso un centro visti della VMS, che è la società a cui è stato attribuito il compito di raccogliere le istanze. I centri sono presenti, oltre che a Mosca, in altre 24 città della Russia. Dopo che le domande sono state raccolte, vengono spedite al consolato generale; il servizio è a pagamento. In alternativa, si può decidere di rivolgersi direttamente al consolato generale, ma in questo caso è necessario prendere appuntamento, con l’apposito sistema online, in modo tale che le numerose richieste possano essere gestite nel migliore dei modi. Il consiglio è quello di stampare la ricevuta, che dovrà essere fornita allo sportello con il resto dei documenti.

Nel caso in cui a trasferirsi in Italia dalla Russia sia un congiunto di un cittadino della Ue, l’appuntamento non serve, poiché è necessario recarsi in consolato in compagnia del diretto interessato e mostrare il biglietto aereo, l’invito scritto del cittadino Ue e una certificazione che dimostri il rapporto di parentela: si può trattare del certificato di matrimonio o del certificato di nascita, a seconda dei casi. Se il certificato è stato rilasciato in un Paese che non fa parte della Ue, occorre che venga apostillato e legalizzato ad hoc.

La Russia non fa parte della Ue: i cittadini russi, pertanto, vengono considerati extracomunitari a tutti gli effetti, il che vuol dire che per restare nel nostro Paese hanno bisogno di un permesso di soggiorno. Esso viene concesso per un lavoro subordinato, per un lavoro autonomo, per un lavoro stagionale o per un lavoro stagionale pluriennale. Il permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato viene messo a disposizione dalla questura: tocca al soggetto interessato richiederlo dopo essere giunto in Italia grazie al nulla osta fornito al datore di lavoro. Il permesso di soggiorno in questione dura quanto il periodo previsto per l’offerta di lavoro ma mai più di un anno se si ha un contratto a tempo determinato e mai più di due anni se si ha un contratto a tempo indeterminato. Una volta scaduto, può essere rinnovato.

In alternativa, per venire in Italia dalla Russia è possibile richiedere anche un visto per studio o per turismo: il primo è concesso per periodi di più di 90 giorni, mentre il secondo è valido unicamente per i soggiorni che durano meno di 3 mesi. Il suggerimento è sempre quello di far riferimento alla rappresentanza consolare o alla rappresentanza diplomatica italiana più vicina per richiedere tutte le informazioni del caso e per non correre il rischio di incappare in errori o in problemi di carattere burocratico. La concessione del visto è sempre a discrezione della rappresentanza consolare, che può anche richiedere anche documenti ulteriori se necessario.

Affinché i documenti siano considerati in regola, è opportuna una traduzione dal russo all’italiano, ma ciò non è sufficiente: occorre, infatti, che le traduzioni siano asseverate, e cioè rese valide dal punto di vista legale in un tribunale o in presenza di un notaio.