Emorroidi e malattia emorroidaria: di cosa si tratta e come agire

Le emorroidi sono cuscinetti di tessuto vascolare, fisiologicamente localizzati nella parte terminale del canale anale. Questi cuscinetti mantengono la continenza fecale e proteggono lo sfintere anale durante il passaggio delle feci, facilitandone l’espulsione.

In particolari situazioni, le emorroidi possono gonfiarsi e infiammarsi, dando luogo ai sintomi della malattia emorroidaria. Perciò “avere le emorroidi” significa, più correttamente, essere affetti da “malattia emorroidaria” o “patologia emorroidaria”.

Non sono ancora del tutto chiare le cause della patologia emorroidaria, ma è comunque possibile individuare tre condizioni predisponenti:

  1. Indebolimento delle strutture emorroidarie.
  2. Alterazione della circolazione sanguigna.
  3. Traumi a carico della mucosa rettale.

Inoltre, è possibile individuare altri fattori predisponenti, come ad esempio:

  • Familiarità.
  • Alimentazione povera di acqua e fibre.
  • Stitichezza o diarrea.
  • Stile di vita: sedentarietà, condizioni viziate di lavoro, abitudine al fumo.
  • Pratica di attività sportive che sollecitano la zona anale (ciclismo, bodybuilding, equitazione).
  • Condizioni fisiologiche come ciclo mestruale, gravidanza, parto.

Tipi di emorroidi e grado della patologia

Le emorroidi possono essere situate all’interno del retto (emorroidi interne) o sotto la cute intorno all’orifizio anale (emorroidi esterne).

Quelle interne restano localizzate nel canale anale, sono indolori e non sono visibili. Il rischio è che durante l’evacuazione possano uscire all’esterno, per poi rientrare spontaneamente. Le emorroidi interne causano dolore soltanto quando il prolasso è totale.

Le emorroidi esterne, invece, sono visibili, si sviluppano nei pressi dell’orifizio anale, fuoriescono abbastanza facilmente e si rivelano come piccole protuberanze. In relazione all’entità della patologia, le emorroidi possono essere classificate in quattro diversi livelli di gravità:

  • Primo grado:le emorroidi restano nel canale anale e sono visibili solo in seguito a un esame approfondito. Il paziente tende ad accorgersi della loro presenza a causa del sanguinamento al momento dell’evacuazione, mentre il dolore è spesso assente.
  • Secondo grado:restano anch’esse all’interno e prolassano durante l’evacuazione; tornano nella loro sede spontaneamente e possono causare fastidio e sanguinamento.
  • Terzo grado:fuoriescono facilmente e necessitano di un intervento manuale per tornare nel canale anale. Sono caratterizzate dalla perdita di sangue vivo e possono causare prurito e dolore.
  • Quarto grado:il prolasso è permanente, senza alcuna possibilità di riduzione manuale.

Come affrontare le emorroidi patologiche?

I rimedi da adottare in caso di malattia emorroidaria variano in base alla gravità del disturbo. Vediamo quali trattamenti sono indicati per ciascun grado della patologia:

  • Primo grado. In questo caso è sufficiente correggere il proprio stile di vita. Bere almeno due litri di acqua al giorno, seguire una dieta varia e ricca di frutta e verdura, svolgere attività fisica, regolarizzare l’intestino sono accorgimenti che contribuiranno a ridurre fastidio e disagio.
  • Secondo grado. È consigliabile associare terapia farmacologica e trattamento ambulatoriale, come ad esempio la legatura elastica, per ridurre l’afflusso di sangue ai cuscinetti emorroidari, facendoli diminuire di volume e alleggerendo la pressione sul plesso emorroidario.
  • Terzo e quarto grado. In questi casi può essere necessario un intervento chirurgico. Soprattutto per il quarto grado è consigliato l’intervento di asportazione delle emorroidi o emorroidectomia. Questa consiste nell’asportazione dei “gavoccioli emorroidari” prolassati all’esterno del canale anale, lasciando guarire le ferite spontaneamente nel giro di qualche settimana.

Per agire direttamente sui sintomi fastidiosi, il medico e/o il farmacista potranno suggerirci l’utilizzo di un prodotto antiemorroidario ad uso locale. Lo scopo sarà attenuare la sindrome emorroidaria in fase acuta e prevenire la ricomparsa dei sintomi.

È possibile scegliere un trattamento farmacologico a base di anestetici locali, come la benzocaina, corticosteroidi, come l’idrocortisone acetato, e anticoagulanti come l’eparina sodica, per ridurre infiammazione, dolore e gonfiore.

Per una opzione terapeutica senza medicinale c’è la possibilità di utilizzare un gel per emorroidi con formulazione lenitiva, emolliente e rigenerante a base di aloe, olio di jojoba e acido ialuronico, per mitigare i fastidiosi sintomi della patologia emorroidaria e promuovere i naturali processi di riparazione tissutale.

Per ridurre il rischio di sgradevoli ricadute, è consigliabile seguire alcuni accorgimenti che riguardano dieta, stile di vita e tonificazione vascolare:

  • Assecondare lo stimolo a evacuare.
  • Curare l’igienedella mucosa anale detergendola con attenzione e delicatezza.
  • Introdurre nell’organismo almeno 1,5/2 litri diacqua al giorno.
  • Introdurre fibre nella dieta (30- 35 grammi al giorno) per agevolare l’evacuazione.

Svolgere una leggera attività fisica che stimoli la funzionalità intestinale prevenendo la stitichezza.