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John Fante secondo Bukowski: guida alla riscoperta di un grande scrittore italiano

Rimasi fermo per un attimo a leggere, poi mi portai il libro al tavolo con l’aria di uno che ha trovato l’oro nell’immondezzaio cittadino. Le parole scorrevano con facilità, in un flusso ininterrotto. Ognuna aveva la sua energia, ed era seguita da un ‘altra simile. La sostanza di ogni frase dava forma alla pagina, e l’insieme risultava come scavato dentro di essa. Ecco, finalmente, uno scrittore che non aveva paura delle emozioni.

È con queste parole schiette, dirette e quasi brutali che Charles Bukowski (apparentemente in visita ad una libreria della città) racconta del suo amore incondizionato per lo scrittore e sceneggiatore John Fante, scrittore vissuto negli Stati Uniti ma dalle origini innegabilmente italiane (il padre era originario di Torricella Peligna, Chieti), riscoperto da qualche anno anche nel nostro paese. Inizia a pubblicare racconti per varie riviste americane, il tutto durante un’esperienza paradossalmente poco esaltante con l’università,  e collabora anche come sceneggiatore per molti film – tra cui con il nostro Dino De Laurentiis. Su Fante, protagonista di una bella biografia curata da Eduardo Margaretto ed edita da Rubbettino Editore (Non chiamarmi bastardo, io sono John Fante), molto viene raccontato e ricordato fino ad oggi da un festival letterario omonimo a lui dedicato, ospitato dalla sua città di origine.

L’incontro tra i due giganti della letteratura americana doveva, pertanto, avvenire per forza: nel 1978 Bukowski lo definisce come il migliore scrittore che abbia mai letto. L’eredità di John Fante e del suo stile di scrittura diretto e passionale è evidente nell’impronta che ha voluto lasciare a vari livelli, ma soprattutto sulla narrazione ambientata nell’America della recessione e della grande crisi: Ask the dust, ad esempio (in italiano Chiedi alla polvere) è considerato da registi come Robert Towne uno dei migliori romanzi in assoluto sulla città di Los Angeles. La saga ideata da Fante sul personaggio di Arturo Bandini, scrittore sognatore e squattrinato, viene raccontata attraverso i quattro romanzi (editi da Einaudi) Aspetta primavera, Bandini, La strada per Los Angeles, Chiedi alla polvere e Sogni di Bunker Hill. Il personaggio in questione, poi, non è che un fiero americano immerso nella propria passione per la scrittura, dai tratti poco conformistici e con il chiodo fisso per Camilla Lopez, cameriera messicana con cui vivrà un rapporto di passione quanto pieno di conflitti. Su questo argomento, peraltro, la cultura pop è stata omaggiata del film “Chiedi alla polvere” (del 2006) diretto dal succitato Towne, ed interpretato da Salma Hayek e Colin Farrell, in grado di raccontare con toni romantici e passionali la stessa storia.